Purtroppo è cosi, vincono sempre loro! Anche se gli italiani decidessero in massa di non presentarsi ai seggi ai politici bastano una manciata di voti per essere eletti e “spartirsi” così i miliardi di euro che sono in “gioco” tra le paghe, e i rimborsi elettorali ecc.. (ma è solo una piccola fetta di torta) con le leggi che si fanno a loro favore potrebbe risultare che se anche un solo italiano si recasse a votare loro sarebbero eletti ugualmente e i soldi per i rimborsi elettorali sono percepiti nella misura intera su tutti gli aventi diritto al voto (ottima idea, perché sono decine di milioni gli elettori).
La “cosa” che in questo periodo lascia più esterrefatti soprattutto chi è senza lavoro, e deve inventarsi tutti i giorni “qualcosa” per tirare avanti (compreso rubare nei supermercati) è il semplice fatto che nessuno dei politici vuole nominare i disoccupati, e il motivo non sono riuscito a capirlo.
La questione della disoccupazione in Italia è ormai un problema strutturale che non può essere ignorato. Non si tratta solo di numeri, ma di vite reali, di persone che ogni giorno devono affrontare enormi difficoltà per garantire un futuro dignitoso a sé e alle proprie famiglie. La mancanza di un sostegno concreto e di misure efficaci per incentivare l’occupazione rende ancora più evidente il distacco tra le esigenze dei cittadini e le priorità della classe politica. Invece di affrontare il problema con politiche attive del lavoro, spesso si preferisce minimizzare la questione, relegandola a un’ombra silenziosa che non trova spazio nei programmi elettorali.
I disoccupati sono milioni, se anche uno solo dei politici che sta per presentarsi alle elezioni prendesse a cuore la loro causa, viene da se che riceverebbe i loro voti, e sarebbero tanti voti, milioni di voti.
Eppure, una soluzione esiste: investire nella formazione, incentivare nuove opportunità lavorative e creare un sistema di sostegno efficace per chi si trova in difficoltà. L’Italia ha dimostrato più volte di avere risorse straordinarie, una forza lavoro talentuosa e un’imprenditorialità dinamica; ciò che manca è un impegno concreto per valorizzare questi aspetti e garantire ai cittadini la possibilità di costruire un futuro senza dover ricorrere a soluzioni disperate. È necessario un **cambiamento di mentalità**, una presa di coscienza collettiva che metta al centro il lavoro come diritto fondamentale, piuttosto che come variabile sacrificabile in nome di equilibri politici e logiche economiche a breve termine.
Ma allora come mai nessuno li nomina nel loro programma? I disoccupati sono una “vergogna”? si devono tenere nascosti per non farlo sapere? Sono persone “spacciate” che nessuno vuole salvare? Cosa c’è sotto questo grave problema sociale che i governi delle passate, e presenti coalizioni, hanno contribuito a creare e non hanno mai voluto, o potuto debellare?
La risposta non la sapremo mai, o meglio, la sapremo tra moltissimi anni quando la crisi sarà finita. Quindi è meglio tenere i disoccupati nascosti che dargli un lavoro magari quel tanto che possa sopravvivere.
A voi ogni qualunque conclusione, se volete commentare avete lo spazio necessario. Scrivete. Grazie.