Tra i personaggi più iconici della televisione italiana del Novecento, Calimero occupa un posto speciale nel cuore di intere generazioni. Nato nel 1963 dalla fantasia di Nino e Toni Pagot, insieme a Ignazio Colnaghi, Calimero fece la sua prima apparizione in uno spot pubblicitario della Mira Lanza, azienda produttrice del detersivo Ava. Il piccolo pulcino nero con il guscio d’uovo in testa conquistò subito il pubblico con la sua voce tenera e il suo celebre lamento: “È un’ingiustizia però!”. Inizialmente pensato solo come mascotte pubblicitaria, Calimero dimostrò un tale potenziale narrativo da diventare presto protagonista di una serie animata tutta sua.
Il personaggio di Calimero si distingue per la sua dolcezza, la sua ingenuità e la sua costante lotta contro le ingiustizie. A differenza dei suoi fratelli, Calimero è nero perché, come si scopre nel primo spot, è sporco di fango. Questo dettaglio, apparentemente semplice, è diventato una potente metafora dell’emarginazione e della discriminazione, rendendo il personaggio incredibilmente empatico. Il suo aspetto e la sua voce infantile, doppiata magistralmente da Ignazio Colnaghi, lo resero immediatamente riconoscibile e amato da grandi e piccini.
Negli anni successivi, Calimero si emancipò dal mondo pubblicitario per approdare alla televisione con una serie di cartoni animati prodotti in collaborazione con studi giapponesi, come la Toei Animation. La prima serie televisiva andò in onda nel 1974 e fu seguita da altre versioni negli anni ’90 e nel 2013, quest’ultima in animazione 3D. In ogni reincarnazione, Calimero affrontava nuove avventure, spesso accompagnato dalla sua fidanzatina Priscilla e da altri amici animali, mantenendo però intatta la sua essenza: un piccolo eroe che, nonostante le difficoltà, non perde mai la speranza.
Il successo di Calimero non si limitò all’Italia. Il personaggio divenne popolare anche in Francia, Germania e Giappone, dove fu accolto con entusiasmo e adattato per il pubblico locale. La sua immagine fu utilizzata in merchandising, libri illustrati, giocattoli e persino francobolli. Calimero divenne così un simbolo della cultura pop italiana, capace di attraversare confini e generazioni, mantenendo sempre viva la sua carica emotiva e il suo messaggio universale.
Tuttavia, come accade a molti personaggi storici, anche Calimero ha conosciuto un lento declino. Le nuove generazioni, cresciute con altri modelli e altri ritmi narrativi, hanno faticato a riconoscersi nel piccolo pulcino malinconico. Nonostante i tentativi di rilancio, come la serie in CGI del 2013, il personaggio non è riuscito a riconquistare il successo di un tempo. Oggi Calimero vive soprattutto nella memoria collettiva, come simbolo nostalgico di un’epoca televisiva più ingenua e poetica.
Eppure, il lascito di Calimero resta importante. La sua figura ci ricorda che anche i più piccoli possono affrontare grandi sfide, e che la gentilezza, la perseveranza e la voglia di giustizia sono valori senza tempo. In un mondo che cambia rapidamente, Calimero continua a parlarci con la sua voce dolce e il suo guscio d’uovo in testa, ricordandoci che, anche quando tutto sembra andare storto, c’è sempre spazio per la speranza.