E’ successo a Vigonovo un comune in provincia di Venezia ma vicinissimo alla città di Padova, e nonostante la notizia sia di qualche giorno fa, continua a suscitare un certo clamore nella zona, ma come succede spesso quando si è in campagna elettorale, una notizia di questo genere può divenire fonte di propaganda sia per una parte politica sia per l’ altra (mia personale opinione); ma veniamo al caso vero e proprio: un’ operaio di circa 48 anni di origini marocchine residente a Vigonovo da quasi 21 anni, sposato e papà di due figli piccoli, si presenta davanti al sindaco con tutte le carte in norma per chiedere la cittadinanza italiana.
Le carte risultano essere tutte in regola, e tutto fila liscio fino al momento della lettura dell’ atto di giuramento di fedeltà alla repubblica italiana, il signore ( di cui non si conosce il nome), non riesce a leggere in modo del tutto corretto la “formula” contenuta nel testo scritto in Italiano, dopo qualche minuto di esitazioni si giunge alla conclusione (incredibile) che il richiedente non è in grado di leggere la lingua italiana scritta, non sono andato molto a scuola dichiara l’ interessato; a quel punto il Sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato, appurate le procedure del caso sospende la “cerimonia” e invita il signore marocchino di ritornare fra 6 mesi concessi in modo che, possa fare un piccolo corso di lingua Italiana.
La procedura di diniego (provvisorio) non è passata inosservata al gruppo di minoranza del comune Veneziano, che hanno gridato allo scandalo, bollando come “razzista” l’ attuale sindaco.
Ma come mai un una persona anche se extracomunitaria, dopo più di 20 anni che risiede, e lavora in Italia non sa leggere bene la nostra “lingua”? Mi sono informato a proposito presso alcuni conoscenti della stessa nazionalità del signore di Vigonovo, e mi hanno spiegato che molto spesso in questo genere di famiglie, la lingua che più si parla è il dialetto marocchino (escluso i figli che vanno a scuola in Italia, che parlano, leggono e scrivono in entrambi i modi), se poi capita di lavorare anche con compagni della stessa nazionalità la lingua Italiana resta quasi sconosciuta, perché non si sente la necessità di impararla, se a questo si aggiunge (nel caso specifico ) che il signore non ha potuto frequentare le scuole il minimo necessario, tutto “torna”.
Forse chi ha “seguito” la pratica per la cittadinanza, doveva prima accertarsi che il signore fosse in grado di leggere la formula di giuramento, e nel caso prendere le dovute risoluzioni in merito. Immaginate per un’ attimo un cittadino Italiano che vive e lavora all’ estero ma che però ha contatti solo con connazionali!
A voi ogni commento del caso. Vedremo tra 6 mesi se il signore di Vigono sarà in grado di leggere la formula, per lui ritornare a scuola potrebbe essere un motivo di orgoglio. Commenti? Grazie.