Stanno facendo molto discutere le recenti affermazioni di Guido Barilla Presidente dell’ omonima azienda leader mondiale di prodotti alimentari, in primis la pasta; “non metterei in una nostra pubblicità una famiglia gay perché noi siamo per la famiglia tradizionale.
Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri“. Questo è quanto detto da Barilla in una intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica “la zanzara” del 25 settembre 2013, a Radio 24 facendo “scatenare” non poche reazioni, anche nel mondo politico.
Le dichiarazioni da molti ritenute offensive, sono arrivate anche a Venezia, dove il consigliere Sebastiano Bonzio di Federazione della Sinistra, ha presentato un’ interrogazione al Sindaco Giorgio Orsoni, affinché nei locali di proprietà del comune dove ci sia il servizio mensa e altro, si acquisti pasta, e prodotti di una marca che non sia Barilla, o altri gruppi da essa controllati.
Ho chiesto al consigliere Bonzio, di inviarmi una copia dell’ interrogazione da lui fatta, e vi propongo il testo integrale:
“Premesso che l’articolo 3 della “COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA” afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …” L’articolo 2 della “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia”, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, recita che “Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza. Lo Statuto del Comune di Venezia all’articolo 2, comma 3 – Principi e finalità afferma che: Il Comune di Venezia: – orienta la propria azione al fine di attuare i principi di dignità ed eguaglianza stabiliti dall’art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana; – garantisce il diritto di pari dignità di trattamento nella società e nel lavoro impedendo qualsiasi forma di discriminazione relativa all’orientamento sessuale. I Regolamenti comunali saranno informati a tali principi e stabiliranno norme per la realizzazione degli stessi; Conseguentemente le “Linee programmatiche di mandato 2010 – 2015” si afferma che “Le famiglie, nell’accezione più larga, restano la base della nostra organizzazione sociale […]” L’Articolo 2 – I bambini quali soggetti di diritto – del REGOLAMENTO DEI SERVIZI PER L’INFANZIA afferma che “Il bambino è soggetto portatore di diritti inalienabili, così come sancito dall’art. n. 3 della Costituzione Italiana e dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata dal Parlamento Italiano con Legge n. 176 del 27.5.91.” Considerato che Guido Barilla a La zanzara, Radio24, del 25 settembre 2013 ha fatto questa affermazione dall’elevato tenore discriminatorio: “Non metterei in una nostra pubblicità una famiglia gay perché noi siamo per la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri” Prendendo atto del diritto dell’azienda del signor Barilla ad orientare la commercializzazione dei propri prodotti verso le quote di mercato che ritiene più attraenti, non si può trascurare come, dall’altra parte, stia in capo al consumatore il diritto di scegliere tra la ampia scelta di prodotti disponibili nel mercato in base ai propri gusti e ai propri orientamenti culturali, politici, etici o quant’altro. Tale diritto diviene, a giudizio dello scrivente, un dovere in capo ad una amministrazione pubblica come il Comune di Venezia che voglia garantire dei servizi nel rispetto dei principi contenuti nelle fonti normative citate in premessa. Sono dati di fatto la progressiva, inarrestabile, poliedricità che sempre più viene ad assumere il concetto di famiglia nella nostra società e le concrete implicazioni che ciò comporta nella vita quotidiana dei cittadini, in primis i minori i cui diritti vanno tutelati senza esitazione alcuna. Tutto ciò premesso e considerato si interpella il Sindaco per conoscere se: all’interno dei servizi di mensa scolastica di competenza dell’amministrazione siano utilizzati prodotti afferenti all’azienda, non limitandosi al marchio Barilla ma prendendo in considerazione tutte le realtà del gruppo, citata in premessa e a quanto ammonti il costo corrispondente a carico dell’Amministrazione; in caso affermativo, anche seguendo il consiglio del signor Guido Barilla che non vorremmo dispiacere servendo la sua pasta a bambini inclusi in nuclei famigliari non siano di suo gradimento, se non ritenga opportuno verificare la necessità di rivolgersi ad altra realtà produttiva per individuarne una che operi in maggiore conformità con quanto previsto dalle Norme citate in premessa e maggiormente rispettosa e in sintonia con la reale composizione della variegata società italiana del 2013“.
Fin qui, quanto presentato dal consigliere Sebastiano Bonzio per quanto riguarda il comune di Venezia, ma le polemiche, come detto sopra hanno suscitato molte reazioni fino a giungere anche in Parlamento.
Pronte le scuse di Guido Barilla, che ha voluto in qualche modo sdrammatizzare: “mi scuso se ho offeso qualcuno, mi scuso se le mie parole hanno generato fraintendimenti o polemiche, o se hanno urtato la sensibilità di alcune persone; ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque – Ho anche detto e ribadisco, che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque, e da sempre si identifica con la nostra marca”.
Buongiorno. Vi posso assicurare che non è così facile come sembra; quando ad una persona piace il sesso opposto (le donne nel caso del dott. Barilla) alcune dicgìhiarazioni arrivano “spontane” sopratutto per le persone che hanno superato i 50, cioè non si riesce a comprendere bene il “problema”. Non me la sento di criticare Guido Barilla per quello che ha detto!
Sono d’ accordo, facciamolo! Una persona così se lo merita!