La brutta notizia arriva dal Sudafrica, dove la scorsa settimana un gruppo di bracconieri senza tanti scrupoli, era riuscito a catturare il rinoceronte sparandogli una siringa di tranquillante, dopodiché lo hanno selvaggiamente mutilato asportandogli il corno mentre era addormentato, poi hanno lasciato il povero l’animale sul posto con una ferita terribile, fortunatamente, un paio di giorni più tardi, il personale in una riserva naturale ha trovato il rinoceronte gravemente ferito, allo stremo delle forze, ma ancora in vita.
Subito è scattata l’emergenza, per cercare di salvare la vita al rinoceronte, una femmina di circa 4 anni, i veterinari si sono prodigati per molte ore, ma alla fine tutto è andato per il meglio e l’animale è stato dichiarato fuori pericolo, anche se gli resterà una vistosa cicatrice sul volto. Il rinoceronte, che è stato “battezzato” Hope (Speranza) ora e in fase di convalescenza, la stessa era stata attaccata dai bracconieri in una riserva naturale nella provincia di Eastern Cape, dove alcuni rinoceronti erano nati di recente.
l’efferatezza subita dall’animale da parte dei bracconieri, è stata tale che il corno è di Hope è stato strappato a forza, lasciando uno squarcio proprio dove c’è il seno nasale, per lei si prospetta circa un anno affinché la ferita si rimargini del tutto.
Sembra che non sia la prima volta che un rinoceronte sopravviva dopo tanta crudeltà subita, in passato ci sono stati altri casi, ma comunque non tanti in cui l’animale sopravvive. L’usanza di asportare il corno ai rinoceronti sembra sia una pratica abbastanza diffusa per via delle richieste che arrivano soprattutto da alcune parti dell’Asia, dove possedere un corno di rinoceronte è visto come uno status symbol, oltre a questo avere uno corno in casa sembra che sia fonte di benessere fisico (una sorta di amuleto contro le malattie), ma su quest’ultimo particolare non ci sono ovviamente prove concrete.
Questa triste vicenda sottolinea l’urgenza di rafforzare le misure di protezione contro il bracconaggio e di sostenere le riserve naturali che si occupano della salvaguardia delle specie a rischio. È fondamentale incrementare i controlli, promuovere campagne di sensibilizzazione e istituire leggi più severe per contrastare questo fenomeno. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di garantire un futuro a questi animali straordinari, il cui ruolo negli ecosistemi è imprescindibile per la biodiversità del nostro pianeta.
D’altra parte, casi come quello di Hope evidenziano anche l’importanza del lavoro svolto da veterinari, volontari e associazioni ambientaliste che, con dedizione e amore, lottano ogni giorno per salvare queste creature e offrire loro una seconda possibilità di vita. Questi eroi silenziosi rappresentano un raggio di speranza in un quadro desolante, e il loro esempio deve ispirarci a fare la nostra parte, promuovendo un cambiamento culturale che riconosca il valore intrinseco della natura e di tutti i suoi abitanti.
Francamente io stesso che scrivo questo post, ho dovuto definire “bracconieri” chi si è macchiato, e si macchia continuamente di questi crimini verso gli animali. “Ho dovuto”, ma la definizione non è del tutto esatta. Personalmente credo che queste persone (bracconieri) dovrebbero essere puniti in modo esemplare per quello che fanno, (mi scuserete) ma i veri animali sono quest’ultimi, sono stata troppo buona a definirli “bracconieri”.
Vi invito a scrivere un messaggio se vi va di commentare quanto scritto, oppure se avete altre informazioni utili su questo brutto episodio potrete “integrare” questo post. Grazie.
Il filmato non è attinente a quanto descritto nel post.
non si possono fare cose cosi orribili, è un peccato davanti aglio occhi di Dio.